Durante una giornata scolastica sono diverse le situazioni nelle quali potremmo trovarci di fronte a questioni riguardanti il diritto d’autore.
Ecco tre casi, che puoi leggere e sui quali puoi provare a riflettere. Puoi poi confrontarti con la soluzione di ognuno.
CASO 1. Ecosistemi alpini
Il problema
Dennis è un docente di scienze in una scuola media. Prima di diventare docente lavorava in un’università d’oltralpe e ha avuto occasione di collaborare con una TV locale per girare dei documentari sugli ecosistemi alpini. Al termine dei lavori, il produttore dei documentari gli ha lasciato una copia dei filmati su DVD – una risorsa estremamente utile per un docente, anche perché i video hanno la possibilità di avere dei sottotitoli in italiano!
L’idea è quella di usare i documentari dopo Pasqua per introdurre alcuni temi che potranno poi essere ripresi in classe e approfonditi “dal vivo” durante la settimana verde che Dennis ha programmato verso la fine dell’anno sull’alpe Piora.
Verso fine marzo dunque Dennis porta il DVD a scuola e mostra alcuni documentari alla classe. Gli allievi apprezzano molto i filmati, che permettono loro di ascoltare anche un po’ di francese (cosa che rende Dennis simpatico alla giovane docente di L2), e approvano l’idea di usarli per preparare la settimana verde.
Per semplificare i lavori, gli allievi chiedono a Dennis di avere delle copie del DVD. Visto che c’è una piattaforma a disposizione, Dennis pensa che, invece di copiare tutto il DVD, è meglio estrarre alcune sequenze dai filmati e renderle disponibili tramite educanet2.
La cosa funziona splendidamente, e la settimana verde, complice anche la meteo clemente, diventa una bella esperienza per tutti. I ragazzi documentano il lavoro, e uno di loro crea anche un piccolo blog pubblico dove pubblicare i risultati principali e le foto della settimana, in modo da condividerle con le altre classi e anche con le famiglie.
Sul blog viene caricato anche il rapporto finale delle esperienze scientifiche chiesto dal docente. Con una bella trovata, i ragazzi pensano di usare alcuni fotogrammi presi dal DVD per confrontarli con le immagini e i rilevamenti che hanno condotto personalmente.
La soluzione
Il problema è il seguente
In quanto docente, Dennis ha il diritto di usare i filmati su DVD in classe, anche senza avvisare la rete televisiva che, in quanto produttrice, ne detiene i diritti di sfruttamento. L’unica attenzione potrebbe essere quella di non usare i documentari nella loro interezza, ma di selezionarne alcune sequenze significative.
La distribuzione dei filmati su una piattaforma informatica protetta, in uno spazio cui hanno accesso unicamente gli studenti del corso, è anche consentita (rientra nell’eccezione didattica, e non sussiste alcuna differenza con la distribuzione di un DVD).
Un’attenzione da avere in questo caso, sarà quella di segnalare agli studenti il divieto assoluto di ridistribuire i video all’esterno della piattaforma.
L’idea di fare un blog della settimana verde è ottima – ma la pubblicazione di alcuni fotogrammi dei documentari è problematica: in questo caso, infatti, si sta rendendo pubblica fuori dal contesto didattico, una parte di un’opera protetta.
Come si potrebbe risolvere?
Una modalità semplice di risolvere il problema è di non pubblicare le immagini del documentario sul blog. In alternativa, si potrebbe creare la documentazione della settimana verde offline o sulla piattaforma, che restano all’interno del contesto didattico.
Qualora invece si volesse pubblicare ad ogni costo le immagini, bisognerebbe prendere contatto con la casa di produzione e ottenere un permesso. Dennis ha collaborato al progetto originale, e questo non dovrebbe essere difficile – probabilmente sarà anche gratuito. In questo caso sarebbe meglio avere un accordo scritto, e decidere insieme alla casa di produzione come citare correttamente gli autori.
CASO 2. Français en video
Il problema
Lara è una docente di scuola elementare, ed è convinta che l’uso di materiali autentici in classe sia utile per migliorare la comprensione e la produzione orale dei suoi allievi in francese. Fortunatamente, internet è pieno di materiali utili per questo!
Trovare un tema attrattivo le viene anche facile: come appassionata di snowboard, Lara sceglie di cogliere l’occasione delle Olimpiadi e di cercare materiali legati all’evento sportivo o al più ampio tema degli sport invernali. Dopo aver speso qualche serata a fare ricerca (lo fa da casa, che la rete è più veloce!), riesce a identificare un buon un numero di filmati:
- Alcuni filmati sono spezzoni di servizi di emittenti francesi e canadesi che usano le immagini ufficiali delle olimpiadi invernali.
- Alcuni video amatoriali girati da fan delle discipline sulla neve.
- Alcuni spezzoni di film sportivi disponibili su YouTube.
- Alcuni testi in lingua legati alle discipline più spettacolari .
Per dare accesso ai suoi allievi di quinta elementare e per condividere il lavoro con i colleghi, Lara crea un piccolo sito web su wordpress.com (un servizio gratuito), che raccoglie tutti i collegamenti agli articoli; foto e video vengono inseriti direttamente nelle pagine.
La soluzione
Il problema
In questo caso Lara sta usando unicamente materiali disponibili in rete. Possiamo supporre che alcuni siano stati pubblicati rispettando tutti i diritti degli autori (ad esempio, i servizi televisivi pubblicati sul sito dell’emittente stessa, o i filmati dei fan), per altri invece potremmo avere dei dubbi, in particolare per gli spezzoni dei film sportivi su YouTube: molto probabilmente saranno stati pubblicati da privati che hanno “rippato” un DVD e hanno messo online il video – un pratica illegale.
In ogni caso, Lara non commette alcun reato nell’utilizzo di tutti questi materiali per la preparazione e per la realizzazione delle lezioni. Il discorso diventa un po’ diverso quando raccoglie i materiali sul suo sito: Lara decide di caricare direttamente video e immagini per evitare che “spariscano” dal web. Dunque li scarica, e li carica sul suo sito. Il sito web però non è una piattaforma didattica, ma è pubblico. Nel fare questo, Lara si rende distributrice di opere altrui, e questo non è permesso: sta infrangendo la normativa sul diritto d’autore.
Come si potrebbe risolvere?
La soluzione è abbastanza semplice: se Lara salvasse sul suo sito i collegamenti a immagini e video (cioè i link, senza salvare i file immagine e i file video) non starebbe commettendo alcun reato. Il sito sarebbe ugualmente pratico, e condurrebbe i visitatori a guardare i vari materiali sul loro sito d’origine. Chiaramente, questi contenuti potrebbero “sparire” senza che Lara possa farci alcunché.
Attenzione! Una variante potrebbe essere “embeddare” i contenuti sul proprio sito, cioè inserire i video nella pagina senza copiare il file (come avviene per i video su YouTube). In alcuni casi, questo è stato definito illegale, perché inserisce un’opera originale (il video) come elemento di un’opera derivata (il sito web) senza averne ottenuto il permesso.
CASO 3. La storia dei bambini
Il problema
Marco ha deciso di proporre un itinerario didattico sulla storia dei bambini – si tratta infatti di un tema che normalmente non compare nei programmi, ma che in realtà può essere molto vicino a dei giovani allievi. L’ha programmato in modo da concluderlo nella ricorrenza della giornata per i diritti dell’infanzia.
Marco fa una ricerca, e su alcuni libri trova delle belle riproduzioni di dipinti del ‘700 e dell’800, e anche alcune foto dei primi decenni del ‘900. Grazie al suo iPhone diventa semplice digitalizzare le immagini per il suo lavoro. Identifica poi alcune carte storiche e delle citazioni di autori, e con questi materiali produce una dispensa di una ventina di pagine e tre set di diapositive da proiettare in aula, oltre che alcune schede per attività a gruppi.
L’itinerario funziona molto bene, e Marco mette poi a disposizione dei propri allievi i materiali tramite il sistema informatico della scuola. Alcuni studenti propongono poi degli ottimi lavori di approfondimento.
L’anno successivo, Marco ripropone l’itinerario, con alcune revisioni, e integra i lavori degli studenti, che mette pure a disposizione in formato digitale.
Qualche settimana dopo la giornata dei diritti dell’infanzia, Marco scopre dal figlio di un conoscente che un altro docente, che lui non conosce, ha proposto un itinerario molto simile al suo. Con qualche piccola indagine supplementare, Marco verifica che si tratta proprio dei suoi materiali didattici…
La soluzione
Il problema
Grazie all’eccezione per la didattica, Marco aveva tutto il diritto di prendere immagini, testi e citazioni e di usarli in classe, e questo ha dato grande valore aggiunto al suo lavoro. Chiaramente, Marco avrà dovuto porre attenzione a indicare, per ogni materiale, la fonte e l’autore (se noto).
Marco ha poi messo a disposizione i materiali sul sistema informatico della scuola. Se questo era protetto da password, e quindi accessibile unicamente ai suoi allievi (non a tutta la scuola!), sarebbe stato a posto – ma forse non era così?
L’integrazione del lavoro degli studenti è permessa, in ambito didattico, ma è bene ricordare che i lavori degli studenti sono lavori di terzi, e anche per essi bisogna chiedere il permesso per l’utilizzo, nonché citarli come autori.
E il docente che usa i materiali di Marco? Probabilmente li ha avuti da qualche allievo, o tramite catene di conoscenze. Anche il suo è uso didattico, e se lui cita Marco correttamente, non esiste alcun problema – a parte, eventualmente, un po’ di irritazione da parte di quest’ultimo.
Come si potrebbe risolvere?
Sarà bene ricordarsi sempre di citare gli autori e le fonti, anche quando si tratta di allievi o ex- allievi.
Nel caso si usino materiali di altri colleghi, questi vanno citati e, non per legge ma per cortesia, va chiesto loro il permesso.
Per tutelarsi, Marco avrebbe potuto apporre una licenza (ad esempio con Creative Commons) sui suoi lavori, in modo da specificarne l’uso desiderato. È bene ricordare che, in ogni caso, i materiali che produciamo come parte del nostro tempo di lavoro restano di proprietà del datore di lavoro (che gode quindi dei diritti di sfruttamento).